LE IMMERSIONI A PULAU WAI
Intorno all’isola di Wai è stata individuata una nuova stazione di pulizia delle mante, simpaticamente chiamata Manta Beauty Farm. Delimitati da alcuni agglomerati corallini si notano, alla profondità di circa 15 metri, vari corridoi di sabbia bianca che conducono ad un largo pinnacolo contornato da miriadi di piccoli pesci e glassfishes. Questa è una grande cleaning station, una zona dove le mante amano farsi “coccolare” dai pesci pulitori, che durante la stagione giusta, usualmente novembre-aprile, può accogliere fino a 20 mante per volta. In questo sito le mante sono davvero molto socievoli, ma i subacquei devono sapersi comportare correttamente per non metterle in fuga. Se i subacquei si adagiano sul fondo nella zona esterna al grande pinnacolo centrale le mante nuotano volteggiando tranquille sopra le loro teste quasi a sfiorarli e sembrano molto attratte dal farsi solleticare dalle bolle, danzando e ritornando moltissime volte. Ne abbiamo viste 5 insieme ma possono essere molte di più e tra queste sono presenti anche le rare mante col ventre nero (black morph mantas). Conviene avere pazienza ed attendere con calma per assistere ad uno spettacolo indimenticabile. Se i subacquei si avvicinano troppo le mante si allontanano nel canale dove non sono presenti intrusi e non si faranno vedere per alcune ore.
Tra i reef adiacenti all’isola di Wai abbiamo un ricordo straordinario di Nikson Reef così chiamato in onore del suo scopritore, il mitico Nikson Soor, che ci ha regalato una check dive da favola. Investiti subito da una forte corrente che ci ha costretti a dimenticare le fatiche del viaggio. Siamo stati accolti da nuvole di migliaia di pesci fucilieri che avvolgevano ed animavano la barriera corallina, in un carosello argentato in perenne movimento. I grandi rami di corallo nero, con varianti
di colore dal bianco candido, al giallo al marroncino sembravano muoversi attorniati dai fucilieri. Ovunque alcionari multicolore, grandi gorgonie gialle, acropore, favites rivelavano la “salute” della barriera corallina rimasta più integra sul pianeta.
A 40 metri di profondità un grande quanto inaspettato squalo grigio ci ha fatto visita per un paio di minuti, mentre due elegantissime e diffidenti aquile di mare ci hanno accompagnato durante la risalita.
Marti Garden, dal nome della sua scopritrice. L’immersione inizia ai piedi di uno “slope” poco colorato che termina intorno ai 20 metri su un sabbione, dove sono presenti alcune bellissime pennatule ed alcuni anemoni della sabbia con relativi pesci pagliaccio. Non conviene dedicare molto tempo a questo primo tratto, se pur molto interessante, ma proseguire a favore di corrente fino ad un vero e proprio “corner” oltre il quale tra i 35 ed i 10 metri giace uno dei più bei giardini
di corallo mai visti nella mia vita di subacqueo. Sul fondo una foresta di gorgonie a frusta, a volte così fitte da intrecciarsi tra di loro, quasi tutte rosse con alcuni rari esemplari bianco candido. Ogni gorgonia se scrutata attentamente rivela la presenza di piccoli granchi e gobidi. Risalendo verso il sommo del reef inizia una vasta area completamente colonizzata da alcionari di mille colori e sfumature e gorgonie soprattutto gialle, su cui vivono una miriade di crinoidi. Risalendo ulteriormente appaiono i coralli cosidetti duri, acropore di specie diverse, alcune enormi ed altri incredibili strutture che rappresentano lo scheletro del reef. Come se non bastasse ogni celenterato che fotografate col grandangolo ospita altre piccole forme di vita, pesci falco, cavallucci pigmei, crostacei. Un vero eden per i fotografi ed i biologi. Un’immersione da ripetere all’infinito, talmente tanta la ricchezza che ogni volta offre qualcosa di nuovo ed irripetibile. Anche le specie ittiche abbondano e con la corrente giusta il reef si anima di milioni di peSci fucilieri che rappresentano la classica ciliegina sulla torta.