Immersioni a Ventimiglia

Pertuso

Serranus cabrilla, Il Pertuso

Serranus cabrilla, Il Pertuso

Si tratta di una secca piuttosto estesa sulla quale è possibile effettuare più immersioni. Poggia su un fondale sabbioso e si innalza fino a circa 16-18 metri dalla superficie. Il sommo è costituito da un grande pianoro ricchissimo della caratteristica alga Codium bursa; qui è facile incontrare saraghi, salpe, scorfani, murene e coloratissimi nudibranchi tra cui la Flabellina il Dondice e la Cratena Peregrina. D’estate sono sempre presenti esemplari di orata molto confidenti. Il pianoro termina con uno scalino che origina una lunga cigliata, in alcuni tratti perpendicolare al fondo di Parazonathus axinellae, mentre la parte superiore è sormontata da belle paramuricee e da un grande ramo di Gerardia savaglia. Solitamente in primavera questa zona è popolata da moltissime aragoste. Allontanandosi dall’elicottero si notano lunghe lingue rocciose, non molto alte, su cui vivono esemplari di gorgonia rossa e di spugne gialle a candelabro (Axinella polypoides). Anche qui gli incontri più tipici sono capponi, murene e gronghi.

L’Elicottero

Relitto dell'Elicottero, Capo Mortola

Relitto dell’Elicottero, Capo Mortola

Un relitto unico nel suo genere giace a 34 metri, si tratta dell’Elicottero militare inglese Gazelle affondato durante un violentissimo temporale il 9 settembre del 1993. L’elicottero, lungo 9,53 metri, dritto sui pattini, ha ancora la strumentazione di bordo e il numero d’immatricolazione facilmente individuabile. Una parte della struttura metallica è ormai ricoperta di elementi incrostanti. Nei mesi estivi è molto frequente incontrare i pesci luna, tanto che qualcuno sostiene qui si trovi una “cleaning station”. L’elicottero giace proprio ai piedi di una bellissima paretina, inferiormente coperta di Parazonathus axinellae, mentre la parte superiore è sormontata da belle paramuricee e da un grande ramo di Gerardia savaglia. Solitamente in primavera questa zona è popolata da moltissime aragoste. Allontanandosi dall’elicottero si notano lunghe lingue rocciose, non molto alte, su cui vivono esemplari di gorgonia rossa e di spugne gialle a candelabro (Axinella polypoides). Anche qui gli incontri più tipici sono capponi, murene e gronghi.

Il Monaco

Savalia savaglia, Secca del Monaco

Savalia savaglia, Secca del Monaco

Una delle immersioni che più mi è piaciuta in questo bellissimo mare di confine. Si tratta di una secca molto vasta su cui si possono effettuare immersioni diverse. La zona nota come “Le Scafe” è adatta ai principianti poiché la profondità si aggira tra i 14 ed i 20 metri. La conformazione del fondale è molto particolare perché grossi massi rocciosi adagiati su un fondale sabbioso di circa 17-18 metri si ergono fino a 14 metri originando belle pareti verticali percorse da profonde spaccature colonizzate da spugne e distese di margherite di mare. La sensazione è di trovarsi in una piccola valle percorsa da numerosi canyon paralleli tra loro. La parte superiore del substrato, investito dalla luce solare diretta, ospita una prateria rigogliosissima di Posidonia oceanica, sopra alla quale volteggiano nuvole di castagnole ed occhiate. Lungo le pareti e nelle numerose tane che qui si celano è possibile individuare musdee, gronghi, murene e polpi. In primavera è facile incontrare anche belle aragoste. Talvolta ci si imbatte in qualche incontro inconsueto ed emozionante come lo splendido pesce San Pietro. La zona nota come “La Testa” parte da una profondità di 20 metri ed arriva, tramite un lungo tragitto roccioso adiacente ad una bella parete coralligena, fino a 38-40 metri. Qui alcuni grossi scogli s’innalzano dal fondale sabbioso originando belle pareti colonizzate da margherite di mare e belle gorgonie rosse. Sul sommo di uno dei succitati scogli vive un bell’esemplare di Gerardia savaglia, dalla forma molto inusuale, poiché è quello che rimane di un ramo ben più grosso troncato accidentalmente dalle reti da pesca. Facile osservare molti nudibranchi e coloratissimi crinoidi. La frequente presenza di correnti favorisce l’incontro con pesce di passaggio come ricciole, dentici, orate e barracuda.

La Fontana

Nelle giornate di bonaccia dai paesini di Mortola e Grimaldi si può osservare sulla superficie del mare una grande chiazza chiara: è “A funtana” come la chiamano i pescatori liguri della zona. Si tratta di una sorgente di acqua dolce con una portata notevole: tra i 60 e gli 80 litri al secondo nei mesi estivi e oltre i 100 litri nelle stagioni più piovose tanto che nel 2003 e’ stata costruita una struttura, a forma di clessidra, per incanalare l’acqua. In molti altri punti circostanti vi sono piccole sorgenti d’acqua dolce che sgorgano da fessure nella roccia o dalla sabbia.
Basta una discreta esperienza per effettuare l’immersione poiché la profondità massima raggiungibile è di 35-36 metri. Il cappello della secca è roccioso con brevi tratti sabbiosi ed è qui che in primavera si possono osservare le rane pescatrici immobili ad attendere che qualche preda si avvicini. La secca degrada formando un piccolo scalino che raggiunge i 36 metri su un fondale sabbioso dove spiccano splendidi esemplari di Axinella cannabina. Sulla destra si nota un antro dove l’habitat si accende di colori sgargianti: gialli Parazoanthus axinellae invadono la parete incorniciata ai suoi margini da grandi rami di Paramuricea clavata. Poco distante è visibile la grande sagoma della fontana sfuocata dall’effetto creato dall’acqua dolce che fuoriesce dalle rocce e dal basamento della struttura, mescolandosi con l’acqua marina con una diversa densità, rendendo lo scenario astratto ed irreale. L’apporto di acqua dolce abbassa la salinità circostante creando un habitat marino particolare con spugne multicolore che variano dall’ arancio al giallo, dal viola al rosa e al bianco. Moltissimi i delicati intrecci bianchi di Filograna implexa. Tra gli anfratti si nascondono le aragoste e tra i rami di gorgonia si mimetizzano i granchi facchino (Dromia personata). La morfologia del fondale offre numerose tane ai polpi mentre scorfani rossi di ogni dimensione si mimetizzano sul plateau roccioso dove si possono incontrare i grandi nudibranchi Hypselodoris valenciennesi, nella stagione dell’accoppiamento è possibile osservarne diversi esemplari tutti insieme.