Immersioni Monte Conero
Le due sorelle
Il nome dell’immersione deriva dalla prossimità dei due faraglioni adiacenti la parete del Monte Conero che simulano due suore in preghiera. La profondità varia tra gli 8 ai 13 metri.
Durante il percorso subacqueo sono disseminati i resti del mercantile “Potho”, affondato il 14 marzo 1962 in seguito all’urto con gli scogli durante una burrasca. Gli scogli hanno ormai “inglobato” le lamiere ma si distinguono ancora molto bene le 2 caldaie, la gigantesca elica ed i verricelli della nave. I vari pezzi del relitto sono ormai concrezionate a tal punto da confondersi con le rocce ed ospitano mitili, spugne e numerosi antozoi come l’irritante Anemonia sulcata o l’affascinante Cereus pedunculatus oltre a qualche spirografo, soprattutto dirigendosi verso il mare aperto. Su una parete letteralmente coperta di anemoni Marco è in grado di “scovare” un esemplare del raro gamberetto Periclimenes amethysteus, nascosto tra i tentacoli di centinaia di anemoni.
Abitanti molto frequenti che si incontrano tra le lamiere del relitto i gronghi nei buchi delle caldaie e l’astice in varie spacche.
La fanno da padrone numerose specie di nudibranchi che si alternano per quantità e specie assieme allo scandire delle stagioni prima quelli di acque più fredde fino a maggio inoltrato e poi i più classici e coloratissimi nudibranchi estivi.
La secca dell’ospedale
Pochi metri prima dello scoglio della Vela e all’inizio della baia di Portonovo, si trova la Secca dell’Ospedale, immersione molto diversa per morfologia dalle altre della zona.
Si tratta di un agglomerato di enormi massi accatastati gli uni agli altri che determinano anche dei passaggi stretti tra loro e alcune piccole grotticine in cui addentrarsi.
La caratteristica principale dei massi è quella di sembrare spaccati a metà, infatti tutti i massi che guardano ad est e delimitano l’immersione prima della distesa sabbiosa, sono caratterizzati da questa spaccatura evidente, rifugio di numerosi abitanti sia pesci che crostacei. Al centro dell’immersione vi è lo scoglio più grande che si erge fino a tre metri dalla superficie, ricchissimo di spaccature e numerose tane dove è importante guardare con attenzione per incontri straordinari.
Nella zona è facile avvistare astici, gronghi, musdee, oltre gli innumerevoli abitanti tipici del fondale del Conero.
In agosto l’immersione si copre di nudibranchi, Cratena peregrina e Flabellina affinis la fanno da padrone in concentrazioni di qualche centinaio di individui, facilissimo vederli in accoppiamento o mentre depongono le uova.
La profondità nella zona della secca varia tra i 6 e i 14 metri.
I sassi neri
Questa immersione è davanti all’omonima spiaggia del comune di Sirolo, che con i suoi grandi massi scuri da origine al nome. Il promontorio del Conero con la sua sporgenza fa si che sia un immersione leggermente ridossata e protetta dal maestrale.
La profondità è costante, intorno ai 10 metri e le piccole paretine che si ergono dal fondo sono quasi tutte tendenzialmente parallele alla costa tranne alcune che deviano per inoltrarsi verso riva.
Questa immersione è la patria dei crostacei, infinite specie diverse possono essere avvistate da occhi attenti come quelli delle abili guide del Centro Sub Monte Conero.
Non è facile scovare i più svariati animali mimetizzati a dovere, Pisa, Granceola, Granchio facchino, Ethusa mascarone, Partenope, Granchio melograno, sono solo alcuni delle specie di crostacei che si possono incontrare facilmente in questo tuffo.
Inoltre l’immersione è cosparsa di una moltitudine di spirografi che se aperti offrono uno scenario simile ad un giardino fiorito.
Bavose di mille tipi, scorfani, il raro succiascogli e molto altro ancora sono ovunque nelle spaccature e se si è fortunati si può incontrare il cavalluccio marino.
In questa zona si può assistere da metà ottobre a fine novembre alla riproduzione dei polpi.
Nicole, il relitto dei nudibranchi
Si tratta di un cargo, affondato nel 2003 durante una burrasca, che giace ad una profondità massima di 14 metri, in perfetto assetto di navigazione. E’ rimasto per pochi mesi un banale pezzo di ferro, ma col tempo si è trasformato nella “nave dei nudibranchi”; specialmente nei mesi di aprile, maggio e giugno è colonizzato da un numerosissimo popolamento di questi esseri incredibili. È una di quelle immersioni aperta a tutti i livelli di brevetto ed è soprattutto per coloro che amano la fotografia macro!
Si trova a pochi minuti dal porto di Numana, totalmente circondata da sabbia e fango. Lo scafo è spaccato a metà ma mantiene ancora la sua fisionomia di nave. Biologicamente, le lamiere piegate e contorte offrono dimora a tutta la fauna stanziale endemica del Mar Adriatico.
L’immersione inizia dalla boa posta sulla prua a circa 6 metri di profondità e scende gradualmente fino ad un massimo di 14 metri. Sul fondale sabbioso la spaccatura della nave, circa a metà dell’immersione, divide la popolazione di nudibranchi presenti, esattamente come in quelle megalopoli dove i quartieri sono appannaggio di etnie diverse.
Attraversando i pochi metri che ci separano dalla parte poppiera la nave si presenta più alta come se nell’affondare avesse trovato un substrato più duro che non la ha fatta sprofondare nelle “sabbie mobili” che la circondano. Sono molti i punti della nave dove la lamiere squarciate permettono la penetrazione e l’osservazione di manometri, rubinetti e varie strutture metalliche. Solitamente penetrando sotto il ponte della prua si può osservare un fittissimo banco di pesce azzurro che si rifugia in quella zona. Le strutture metalliche sono ovunque coperte da grossi mitili.
Per gli amanti dei nudibranchi, l’emozione più grande è data dalla quantità e dalla moltitudine delle diverse specie che si incontrano, a volte difficile da credere.